Comunicato agli Iscritti: il rapporto con gli organi di informazione

Gentili Colleghi,

recenti fatti di cronaca hanno fatto tornare di estrema attualità il dibattito sul ruolo dell’Avvocato difensore nell’ambito del processo di accertamento delle responsabilità nella commissione dei fatti-reato, anche gravissimi e di rilevantissimo allarme sociale.

Mai come ora è parso evidente come il ruolo dei mass media, amplificato dai cosiddetti "social network", possa condizionare detto accertamento e come, in tale contesto, appaia sempre più delicato il ruolo dell’Avvocato, portatore di interessi di tutela del proprio assistito, ma, proprio per tale ruolo, anche componente insostituibile nella tutela di interessi pubblici garantiti dalla Costituzione.

Anche la recente polemica tra uno dei massimi quotidiani nazionali e l’Organismo rappresentativo degli Avvocati Penalisti dimostra la rilevanza  della problematica relativa agli interventi che l’Avvocato effettua sui media ed agli effetti che essi provocano sull’opinione pubblica, specialmente quando essi avvengono nel pieno dello svolgimento delle indagini preliminari.  

È pertanto essenziale che chi viene chiamato ad esercitare tale ruolo abbia sempre presente che la funzione costituzionale che esercita gli impone il rispetto rigoroso di tutte le norme sostanziali e processuali, ma, con pari rilevanza, delle norme del codice deontologico che presiede alla nostra Professione.

Per tale motivo pubblichiamo il testo dell’articolo 18 del Codice Deontologico Forense, che, per quanto riguarda i "Rapporti con gli organi di informazione", recita:

"1. Nei rapporti con gli organi di informazione l’avvocato deve ispirarsi a criteri di equilibrio e misura, nel rispetto dei doveri di discrezione e riservatezza; con il consenso della parte assistita, e nell’esclusivo interesse di quest’ultima, può fornire agli organi di informazione notizie purché non coperte dal segreto di indagine

2. L'avvocato è tenuto in ogni caso ad assicurare l’anonimato dei minori."

Ricordiamo anche che ciascuno di noi, al momento dell’iscrizione nel nostro Ordine, ha prestato un solenne giuramento, il cui testo è il seguente:  

"Consapevole della dignità della professione forense e della sua funzione sociale, mi impegno ad osservare con lealtà, onore e diligenza i doveri della professione di avvocato per i fini della giustizia ed a tutela dell’assistito nelle forme e secondo i principi del nostro ordinamento".

Siamo certi che tutti noi siamo consapevoli che i passi che precedono tra virgolette non costituiscano vacue formule, da ricordare agli altri e da disapplicare verso se stessi con giustificazioni assolutorie per i motivi più svariati, ma appartengano al nostro modo di vivere la Professione.

Siamo anche certi che il nostro Foro, da sempre additato quale esempio  non solo di preparazione e capacità professionale, ma anche di correttezza, lealtà, rispetto dei ruoli ed applicazione rigorosa di etica e di deontologia, saprà, anche sul versante della gestione dei rapporti con la stampa e con gli altri mezzi di diffusione, tenere alto il prestigio della nostra Avvocatura.

Il Consiglio

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